Giornata Mondiale del Donatore di Sangue – Intervista a Ippolito Notarnicola, Docente di Scienze Infermieristiche e Infermieristica Clinica nel Corso di Laurea in Infermieristica presso UniCamillus

Il 14 giugno di ogni anno viene celebrata la Giornata Mondiale del Donatore di Sangue, una ricorrenza proclamata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) che aveva annunciato la vittoria della candidatura italiana ad ospitare l’edizione 2020 dell’evento rimandato ormai all’anno prossimo.
Un importante riconoscimento alla qualità del Sistema Sangue Italiano che si basa completamente sulla donazione volontaria e non remunerata, e conta al momento oltre 1,7 milioni di donatori.

La grave situazione socio-sanitaria provocata dall’espandersi continuo del Covid-19, ha comportato un momento di emergenza anche per le scorte ematiche. Per effetto della paura del virus infatti, nella prima settimana di marzo le donazioni sono calate in media del dieci per cento in tutta Italia. Fortunatamente l’afflusso dei donatori è tornato a crescere contribuendo così a salvare vite umane.

Ippolito Notarnicola, Docente di Scienze Infermieristiche e Infermieristica Clinica nel Corso di Laurea in Infermieristica presso UniCamillus e Nurse Research Fellow presso il Centro di Eccellenza per la Cultura e la Ricerca Infermieristica dell’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Roma, chiarisce nella seguente intervista perché è necessario donare il sangue, soprattutto in momenti di estrema necessità.

Perché è importante dedicare una Giornata Mondiale del Donatore di Sangue?
La campagna sulle donazioni di sangue da parte dell‘Organizzazione Mondiale della Sanità parla chiaro e non lascia spazio a interpretazioni nel celebrare il World Blood Donor Day. Donare il sangue aiuta a salvare vite ed è uno dei regali preziosi che ogni essere umano può fare nei confronti dei propri simili. Questo “donare” lo possiamo considerare un vero e proprio salvavita. Nonostante la ricerca per la messa a punto di sangue artificiale continua a fare progressi, non esiste ancora nulla che sia paragonabile al nostro fluido biologico, per quantità e qualità. Pertanto, il sangue umano lo possiamo considerare un vero e proprio salvavita. Dedicare una giornata al donatore sarebbe un modo per ringraziare colui che dona parte di sé in modo disinteressato, dimostrandogli formalmente che il suo gesto aiuta persone meno fortunate e che nella società nella quale siamo immersi parlare in modo ufficiale di donazione potrebbe essere anche un “risvegliare le coscienze”.

É aumentata la consapevolezza della donazione rispetto al passato?
Diciamo che dopo alcuni anni in cui si è vista la diminuzione dei donatori di sangue, sembra che negli ultimi tempi ci sia una controtendenza, questo secondo alcuni dati forniti dalle associazioni più importanti. Secondo queste informazioni con dati aggiornati al 2019, tra le Regioni che hanno registrato un incremento maggiore vi sono la Provincia autonoma di Bolzano, la Lombardia e il Lazio. Mentre in altre Regioni si è notata una carenza di nuovi donatori, specialmente in Abruzzo, Calabria, Campania e Sardegna. Un dato importante però è che del sangue donato hanno beneficiato circa 630mila trasfusi per un totale di quasi tre milioni di trasfusioni. Inoltre, è stato riscontrato un aumento nei giovani nel donare il sangue, ma non solo, vi sono anche dei dati secondo cui con l’aumentare dell’età questa consapevolezza cresce sempre di più. Sicuramente il numero dei donatori di sangue rispetto al passato è aumentato, le persone che donano sono più colte ed aggiornate. I pregiudizi sulla trasmissione delle infezioni per mezzo della donazione, a mio avviso, sono scomparsi.

Qual è il ruolo dei donatori di sangue contro il Coronavirus?
Prima di tutto, bisogna fare due premesse: la prima è dire che il sangue donato è sicuro; la seconda, che non ci sono evidenze scientifiche capaci di dimostrare una trasmissione del coronavirus attraverso le trasfusioni di sangue ed emoderivati. I donatori, avendo uno stile di vita virtuoso, possono sicuramente contribuire al rispetto costante di norme igienico-comportamentali che impediscono la trasmissione non solo del Coronavirus ma di tutte le altre malattie a trasmissione per via aerea ed ematica. Infine – dice il Prof. Notarnicola – un ringraziamento speciale va al mio amico Alessandro Da Fre che è donatore da molti anni e in questi giorni di pandemia non ha mai smesso di donare il sangue e salvare vite.