Chirurgia: laparoscopia su 93enne sveglia, intervento record nel milanese

Un’operazione laparoscopica eseguita su paziente sveglia, sottoposta ad anestesia spinale in modo da evitare i rischi che per la sua età – 93 anni – avrebbe potuto correre con l’anestesia generale normalmente praticata in questi casi. L’Asst di Melegnano e della Martesana annuncia oggi “l’eccezionale intervento” effettuato a metà ottobre all’ospedale di Vizzolo Predabissi in provincia di Milano, da un’équipe multidisciplinare coordinata dall’anestesista Davide Vailati e dal chirurgo Carmelo Magistro. L’anziana è stata dimessa una settimana dopo l’operazione.

“Questo intervento – spiega Vailati – può essere considerato eccezionale non tanto per la tecnica chirurgica (una colectomia destra in videolaparoscopia, con i cosiddetti ‘buchi’), né per la tecnica anestesiologica (un’anestesia spinale), quanto per la combinazione e la stretta collaborazione tra chirurgia, anestesia e assistenza infermieristica che ha portato a questo straordinario risultato”.

Gli interventi laparoscopici – ricordano infatti dall’azienda socio-sanitaria territoriale – vengono sempre effettuati in anestesia generale, cioè con il paziente intubato e risvegliato al termine dell’intervento. Quando però le condizioni del malato sono tali da esporlo a elevatissimi rischi in caso di anestesia generale, occorre trovare un’alternativa. In questo caso la paziente, che ha subìto l’asportazione del colon destro per una neoplasia a una porzione dell’intestino crasso, è stata operata con una tecnica anestesiologica che consentisse di eseguire l’intervento senza addormentarla. “Un grande lavoro di squadra che ha seguito la 93enne in ogni istante – si legge in una nota – riducendo i tempi morti di sala operatoria e sfruttando al massimo le potenzialità dell’anestesia, effettuata a livello toracico”.

Durante l’operazione, durata in tutto poco meno di 2 ore – prosegue la nota – la paziente è stata sedata, ma in modo da restare collaborante, monitorata attentamente sia a livello cardiovascolare sia neurologico e respiratorio. Dopo un’osservazione in sala risveglio di poche ore, dove è stato ottimizzato il controllo del dolore attraverso un’altra tecnica di anestesia locoregionale (il Tap block, una moderna metodica di somministrazione ecoguidata di anestetico locale tra le fasce muscolari della parete addominale), la donna è stata trasferita in reparto. Durante la degenza non si sono presentate complicanze post-operatorie e la 93enne ha seguito un percorso di riabilitazione in corsia, sia motoria sia alimentare, fino alle dimissioni.

“Sono pochissimi i centri in Italia che stanno adottando questa metodica per alcuni aspetti pionieristica – evidenzia Vailati – Nella nostra struttura la fusione fra chirurgia e anestesia, lo studio collegiale dei casi complessi, la disponibilità di un blocco operatorio all’avanguardia, nonché di infermieri e medici altamente qualificati, con alle spalle esperienze maturate in grandi centri d’eccellenza, è la base di successi come questo e, sono certo, potrà concretizzarsi in una nuova realtà di approccio terapeutico per i pazienti”.