Cancro al colon, neoplasia fra le più letali

Nonostante sia la neoplasia al secondo posto per diffusione – la terza fra gli uomini dopo il cancro al polmone e quello alla prostata, e la seconda per le donne dopo il carcinoma mammario – in molti in Italia hanno scoperto, o riscoperto, il cancro al colon dopo l’arresto del boss della mafia, Matteo Messina Denaro, preso proprio grazie al lavoro investigativo basato sulle cure ricevute da Andrea Bonafede – il falso nome usato da Denaro – per questa patologia.

In Italia si contano 49mila nuove diagnosi l’anno di cancro al colon (375mila in Europa): una patologia considerata silenziosa, visto che la maggior parte dei malati scopre questo cancro quando è ormai troppo tardi.

Fra le cause del cancro al colon retto ve ne sono ovviamente di genetiche, altre di natura non ereditaria e altre legate all’alimentazione e allo stile di vita.

Fra i fattori legati alla nutrizione, diete basate su carni rosse, zuccheri raffinati e grassi, quindi con alto contenuto di calorie e poche fibre, presentano una correlazione con l’aumento dei tumori intestinali. Al contrario, un consumo abbondante di frutta e vegetali sembra sortire un effetto protettivo.

Un secondo fattore è quello legato alla presenza di polipi, cioè di quelle escrescenze di diverso volume composte da tessuto connettivo lasso ricco di vasi sanguigni, rivestite da epitelio e continuativo con la mucosa circostante. Se i polipi singoli, spesso causati da irritazioni croniche della mucosa, sono generalmente lesioni benigne, i polipi multipli sono un’anomalia malformativa. In entrambi i casi, però, l’asportazione di queste formazioni tumorali è fondamentale per prevenire evoluzioni neoplastiche maligne. E chi subisce asportazioni di polipi è bene che si sottoponga frequentemente ad esami di controllo.

Vi è poi la poliposi adenomatosa familiare, patologia rara, in cui la mucosa del grosso intestino perde la propria armonia anatomica e si trasforma in un tappeto di formazioni prominenti, di escrescenze tondeggianti.

Fra i fattori non ereditari vanno annoverati l’invecchiamento, una storia clinica di polipi al colon, patologie infiammatorie croniche intestinali.

Ad oggi la sopravvivenza di un paziente con diagnosi di cancro al colon retto è del 65% a cinque anni. Nei casi però di recidive con metastasi – come il caso di Messina Denaro le informazioni sul quale parlano di una recidiva con metastasi al fegato – la sopravvivenza può arrivare a 24-26 mesi, una tempistica la cui variabilità è legata al quadro clinico generale del paziente, alla quantità di metastasi e alla loro localizzazione; all’aggressività e alla diffusione del tumore, agli effetti sortiti dalle cure.