Mandibola e Trachea, il Covid non ferma la chirurgia di eccellenza

L’attenzione, da un anno a questa parte, è tutta per il virus Sars-Cov-2, che ha riscritto la quotidianità dell’intero pianeta. Eppure, il Covid non ha cancellato le altre patologie preesistenti, anzi, in molti casi è diventato la ragione per ritardi diagnostici e rallentamenti delle terapie già in essere. Non è riuscito, in questo caso fortunatamente, a cancellare interventi chirurgici pionieristici e capaci di restituire l’auspicabile qualità della vita ai pazienti. 
E’ successo presso il Policlinico San Camillo – Forlanini, dove un paziente di 20 anni, affetto da displasia fibrosa della mandibola, è stato sottoposto dall’equipe chirurgica maxillofacciale, in collaborazione con l’equipe di chirurgia plastica e  ricostruttiva, alla rimozione dell’osso, completamente intaccato dal tumore, con una protesi in lega realizzata in parte anche con tessuto osseo vascolarizzato prelevato dalla gamba del paziente. 
La protesi ha previsto la sostituzione anche dell’intera articolazione temporo manbdibolare. Il tessuto osseo trapiantato, invece, è stato fondamentale al fine di garantire un corretto posizionamento degli impianti dentali, consentendo il ritorno ad una attività masticatoria ottimale.
Un intervento unico, il primo mai realizzato prima d’ora, cui si aggiunge quello avvenuto presso un altro ospedale capitolino, il Policlinico Sant’Andrea, dove – anche qui per la prima volta al mondo – è stata ricostruita, tramite trapianto, la trachea di un uomo 50enne. “I danni conseguenti all’infezione Sars-Cov2 e alle tecniche di ventilazione invasiva che si sono rese necessarie durante la malattia – hanno spiegato i medici presentando la procedura chirurgica – hanno provocato l’assottigliamento della trachea che impediva quasi completamente la respirazione, rendendo necessario effettuare l’intervento”.
Un traguardo importante, per Erino A. Rendina, direttore di Chirurgia toracica dell’azienda ospedaliera, in quanto, “grazie a questo evento riusciamo a far sapere alle persone che possono avere bisogno che siamo in grado di intervenire in questo modo”. 
La trachea puo’ essere la sede piu’ colpita dal Covid-19. 
Per questa ragione, secondo la dottoressa Cecilia Menna dell’equipe di chirurgia toracica dell’ospedale, “questo tipo di progetto ha un alto impatto sociale nei mesi a venire perche’ potremmo avere altri casi di patologie ostruttive della trachea nella sua totalita’. Nel paziente operato la trachea era completamente distrutta dalla malattia e dalle complicanze della ventilazione”.
Migliorano, intanto, i dati del monitoraggio della diffusione del virus: la cabina di regia ha infatti fotografato un calo a 0,85 dell’indice Rt nazionale, dallo 0,92. 
L’incidenza è in lieve calo ma resta elevata e ancora ben lontana da livelli (50 per 100.000) che permetterebbero il completo ripristino sull’intero territorio nazionale dell’identificazione dei casi e tracciamento dei loro contatti. Resta alto, invece, il numero di Regioni con un tasso di occupazione in terapia intensiva e/o aree mediche sopra la soglia critica. Il tasso di occupazione in terapia intensiva a livello nazionale è sopra la soglia critica (39%), anche se il numero di persone ricoverate in terapia intensiva è in diminuzione da 3.743 (06/04/2021) a 3.526 (13/04/2021). Il tasso di occupazione in aree mediche a livello nazionale è anche sopra la soglia critica (41%) ma in diminuzione. Il numero di persone ricoverate in queste aree passa da 29.337 (06/04/2021) a 26.952 (13/04/2021).