Depressione maggiore e disturbo bipolare: un nuovo test permette di riconoscerli in pochi giorni

Da fine marzo c’è un nuovo strumento a disposizione degli psichiatri per aiutarli a distinguere le diagnosi di depressione maggiore dal disturbo bipolare. Si chiama Edit-B: un test in grado di differenziare questi due diversi disturbi dell’umore attraverso l’analisi del sangue, con maggiore sensibilità e in minor tempo.

I dati più recenti indicano che in Italia circa il 2% della popolazione è colpito da disturbo bipolare. Secondo gli esperti però le stime sarebbero al ribasso, per via dei tempi medi necessari ad arrivare a una diagnosi certa, che si attestano tra gli 8 e i 10 anni. In questo lungo lasso di tempo la maggior parte delle persone non riceve i trattamenti medico-farmaceutici adeguati, con conseguenze altamente invalidanti per la vita quotidiana propria e delle famiglie.

Le difficoltà nell’arrivare in tempi più rapidi ad una diagnosi di questa patologia, fino ad oggi individuata solo attraverso esami clinici psichiatrici, sono principalmente legate alla somiglianza dei sintomi con quelli della depressione maggiore. Quest’ultima è caratterizzata da cali dell’umore, perdita di interesse nelle cose, sensi di colpa, insonnia e, nelle situazioni più gravi, anche tendenze suicide. Nei casi di disturbo bipolare invece gli episodi di depressione si alternano con quelli di mania, che portano a improvvisi miglioramenti dell’umore su base euforica ed espansiva. Spesso perciò i pazienti confondono la fase maniacale come un momento di benessere e smettono di recarsi dal proprio medico. A questo si sommano i casi in cui le persone abusano di sostanze per mascherare altri sintomi o quelli in cui il problema viene semplicemente ignorato, ritenendolo una condizione normale. È il caso, ad esempio, della sottovalutazione degli sbalzi d’umore nell’adolescenza. Da tutto ciò nascono le difficoltà nel formulare una corretta diagnosi, che adesso possono essere superate.

Edit-B permetterà infatti di avere una risposta diagnostica in pochi giorni, ottimizzando il trattamento dei pazienti. Il test ematico in vitro, che ha già ottenuto la dotazione del marchio CE-IVD, misura l’editing dell’RNA di specifici marcatori nel sangue. Ideato e realizzato da SYNLAB e Alcediag, questo sistema sfrutta una tecnologia di sequenziamento di nuova generazione (NGS), abbinata ad algoritmi proprietari sviluppati attraverso l’intelligenza artificiale.

Due studi clinici hanno già valutato i risultati di questo nuovo esame diagnostico. Il primo è stato condotto in Francia, presso il dipartimento di psichiatria dell’ospedale universitario di Montpellier. I dati raccolti sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Nature. Su 245 pazienti adulti il test EDIT-B ha mostrato una sensibilità del 91,2% e una specificità dell’84,6%. Il secondo studio è stato condotto dalle cliniche psichiatriche Les Toises in Svizzera su  143 pazienti. I dati definitivi sono ancora in corso di pubblicazione, ma anche in questo caso i risultati hanno mostrato una sensibilità e una specificità superiori all’80%.