Ricerca UniCamillus sull’impatto dell’uso del Remdesivir, farmaco messo a punto da Gilead

L’uso del Remdesivir, il farmaco messo a punto da Gilead per la cura del Covid-19, è in grado di ridurre gli accessi di pazienti in terapia intensiva di oltre 17mila unità e, potenzialmente, evitare circa 7mila decessi in 5 mesi. 

Queste sono le risultanze dell’applicazione di un modello messo a punto da un team di economisti sanitari dell’Università Medica Internazionale di Roma UniCamillus, partendo da dati analitici forniti direttamente dalla  azienda farmaceutica.
“Lo studio – ha spiegato Alessandro Signorini, direttore dell’Health Economics Team di UniCamillus – utilizza un modello dinamico epidemiologico linkato ad un modello tradizionale economico – sanitario, per stimare l’impatto sull’utilizzo di risorse umane e tecnologiche di interventi alternativi volti a fronteggiare l’emergenza da Covid 19 in un setting ospedaliero”

Nello specifico, il modello, elaborato in uno studio pubblicato sulla rivista ABOUTOpen HTA & Market Access, ha previsto lo sviluppo della pandemia su 20 settimane – in termini di contagiati, accessi in terapia intensiva e decessi – in base ai dati epidemiologici disponibili. 

Gli obiettivi principali sono stati la stima del numero di contagiati totali sulla base della popolazione italiana e il costo sanitario direttamente associato al trattamento dei pazienti ospedalizzati e in terapia intensiva, con e in assenza di ricorso alla terapia con Remdesivir

I risultati ottenuti evidenziano l’importanza dell’adozione di Remdesivir nelle fasi iniziali dell’infezione, per impedire che il virus diffondendosi scateni la sintomatologia respiratoria più grave. 
Per quanto attiene il numero di contagi, sono stati presi in considerazioni due scenari, uno pessimistico ed uno ottimistico. 
Nel primo, con un Rt previsto a 1,1 fino alla 12 settimana, a fronte di “5,4 milioni di contagiati, si ottiene una riduzione di 25.750 accessi in terapia intensiva, di 15.047 decessi e un risparmio di 512 milioni di euro”.

Nello scenario ottimistico invece, con un Rt in flessione di 0,2 punti a settimana a partire dalla quarta settimana, si registrerebbero “1,3 milioni di contagiati, si ha una riduzione di 12.500 ricoveri in terapia intensiva, 4.800 decessi e un risparmio di 294 milioni”.

Per quanto riguarda i costi, invece, è stata considerata la durata della degenza rispetto a una media di 19 giorni di ospedalizzazione: 674 euro al giorno per le degenze, 1.654 euro al giorno, invece per le terapie intensive, con un costo/terapia pari a 345 euro a fiala per 5 giorni di terapia.