Prevenzione e diagnosi in medicina estetica: percorsi mirati al benessere psicofisico del paziente

Non si può parlare di Medicina prescindendo dal concetto di prevenzione-diagnosi e cura della persona/paziente. E’ in quest’ottica che la Medicina Estetica guarda ai progressi nelle terapie e delle tecnologie utilizzate, ponendo scientifica attenzione verso importanti ricadute sui risultati ottenuti.

La vocazione primaria di questa disciplina resta infatti, la prevenzione dell’invecchiamento, non solo cutaneo ma, di pari passo, anche di tutto l’organismo.

Al 44esimo congresso della Società Italiana di Medicina Estetica (SIME) si è dato spazio al tema, dell’importanza della visita medica del paziente che si rivolge al medico estetico. “Questa disciplina – ha sottolineato la dottoressa Rosanna Catizzone, coordinatrice generale delle sezioni locali SIME e consigliera SIME – sin dalla fondazione della SIME nel 1975 e della Scuola internazionale di Medicina Estetica della Fondazione Fatebenefratelli (1990), ha l’obiettivo di prendersi cura della persona, non solo correggendo gli inestetismi, ma anche attraverso la valutazione del suo stato di salute generale, del suo vissuto, dei suoi pensieri e delle sue aspettative. Per questo, pone in primo piano la relazione medico paziente, che rende il paziente consapevole dei benefici e dei limiti delle terapie, delle possibili complicanze ed effetti collaterali e gli permette di acquisire una visione realistica rispetto ai risultati di terapie validate dalla letteratura scientifica”.

Il medico estetico insomma è un professionista a tutto tondo. Un medico attento alla salute del paziente, sotto tutti i punti di vista, come dimostrano i dati raccolti dalla SIME, attraverso le sue sezioni locali, nel periodo relativo agli anni 2021-2022, in un’indagine che ha coinvolto i Coordinatori regionali e alcuni soci volontari. I risultati dimostrano che effettuare una visita medica completa e accurata consente di fare diagnosi precoci di patologie anche importanti, che il paziente non sa di avere. Nel corso delle visite di medicina estetica effettuate in questo biennio, in pazienti che richiedevano una terapia per adiposità localizzata dell’addome, sono stati diagnosticati 35 casi di sindrome metabolica, un importante fattore di rischio per malattie cardiovascolari (ictus e infarto), diabete, neoplasie. In un gruppo di pazienti di età compresa tra i 30 e i 40 anni, che si erano rivolte al medico estetico per smagliature del seno, capezzoli soprannumerari o per la presenza di nevi, sono stati diagnosticati 8 casi di cancro della mammella. In altre pazienti, che si erano recate dal medico estetico per un aumento di volume dell’addome, sono stati riscontrati tumori dell’utero, casi di fibromiomatosi uterina e una carcinosi peritoneale.

Importanti i numeri delle patologie dermatologiche individuate nel corso della visita: 34 melanomi, 41 carcinomi spinocellulari, 74 basaliomi, 2 casi di lentigo maligna, 2 lichen planus, 40 cheratosi attiniche; si tratta di pazienti di 35-75 anni che si erano rivolte al medico estetico per effettuare filler, tossina botulinica, laser, peeling. Molto frequenti anche le diagnosi di patologie tiroidee; dall’indagine effettuata sono emersi 20 casi di ipotiroidismo, 35 di ipertiroidismo, 16 di tiroidite di Hashimoto, 2 neoplasie tiroidee. Tra le altre diagnosi effettuate nello studio del medico estetico spuntano anche adenomi dell’ipofisi, ovaio policistico, insufficienza venosa cronica, depressione, dismorfofobia, anoressia, bulimia, reflusso gastro esofageo, celiachia. Il caso più singolare è quello di un paziente che si era rivolto al medico estetico per una ptosi (caduta) palpebrale e nel quale è stata fatta diagnosi di miastenia grave.

“I risultati di questa indagine – ha dichiarato il professor Emanuele Bartoletti, presidente della SIME – dimostrano che un medico estetico adeguatamente formato può realizzare a pieno quella che è la più nobile vocazione della medicina estetica intesa come medicina preventiva, mirata al benessere psico-fisico del paziente. Risultati questi possibili solo grazie ad una solida formazione, come quella acquisita dai medici formati alla Scuola internazionale di Medicina Estetica della Fondazione Fatebenefratelli che, dopo aver conseguito la laurea in medicina e chirurgia, seguono un corso quadriennale in medicina estetica. E i risultati di questa ricerca, una volta in più, ribadiscono l’importanza di affidare esclusivamente ai medici le terapie di medicina estetica. Chi viene da noi per fare un filler, oltre a correggere un difetto, può ricevere una diagnosi in grado di salvargli la vita”.

Si ringrazia Maria Elisabetta Calabrese
per la collaborazione nella redazione dell’articolo.